Fin dal primo momento dalla presa in carico del paziente, indipendentemente se questo avvenga durante il primo accesso o durante una transizione di cura, è fondamentale conoscere puntualmente la terapia farmacologica che il paziente/ospite sta osservando al fine di garantirne la sua sicurezza prevedendone gli errori.
Le variazioni sostanziali (dosaggio, principio attivo, o persino sospensione) o formali (predisposizione di nuove prescrizioni) del trattamento farmacologico, possono determinare un potenziale rischio per il paziente/ospite. Evidenze statistiche, infatti, correlano un errore, non intenzionale, pari al 70%, alla determinazione del piano terapeutico al momento del ricovero e/o in dimissione ospedaliera. La conseguenza diretta è un prolungamento della degenza o di un nuovo ricovero.
Per una sua corretta applicazione è opportuno procedere ad una suddivisione temporale del processo in tre fasi distinte:
- Ricognitiva
- Riconciliativa
- Comunicativa (verso terzi)
La prima fase consiste nella raccolta accurata, da parte dell’equipe medica che prende in carico il paziente/ospite, di informazioni generiche sulle sue abitudini quotidiane, sull’assunzione di farmaci e sull’utilizzo di dispositivi medici.
Nello specifico, il medico deve riportare esattamente per iscritto quanto dichiarato in sede di intervista, senza procedere ad una conversione del nome commerciale del prodotto in denominazione di equivalente o di principio attivo. Nel caso di ulteriori accertamenti per dubbi, il medico deve provvedere a mettersi in contatto con il MMG, il PLS o con la struttura sanitaria che precedentemente aveva in cura il paziente/ospite.
La seconda fase, spesso coincidente con la prima qualora sia lo stesso medico a svolgere tale funzione, rappresenta il momento più importante in quanto vengono svolte una serie di azioni che determineranno il proseguimento delle cure.
In particolare, dopo aver fatto le opportune considerazioni del caso relative al PTO e comparato la lista ricognitiva con i farmaci che si ritiene opportuno somministrare (al fine di evitare incongruenze, sovrapposizioni, omissioni, rischi da interazioni, incompatibilità o rischi LASA), il medico dovrà riportare tutto per iscritto nella cartella, motivandone le discordanze.
La terza fase consiste nello spiegare nel miglior modo possibile al paziente/ospite, o caregiver, le motivazioni che hanno addotto al cambiamento di terapia, favorendo così un suo coinvolgimento diretto nelle scelte.
Nel momento poi della sua dimissione e di conseguente proseguimento delle cure presso il domicilio, è opportuno riportare sempre per iscritto in cartella che quanto spiegato verbalmente, o anche attraverso la consegna di una scheda esplicativa, è stato compreso dal paziente.
In sintesi, si possono riportare gli elementi principali per una corretta scheda di ricognizione e riconciliazione:
- Intestazione della struttura
- Dati anagrafici del paziente
- Nome del MMG/PLS e relativo numero
- Data di ingresso
- Provenienza del paziente (domicilio; Ospedale; PS; reparto interno)
- Assunzione di integratori, fitoterapici o omeopatici
- Presenza di allergie/intolleranze
- Assunzione in dosi elevate di alcuni alimenti (es caffè)
- Assunzione di alcool/sostanze di abuso
- Abitudine al fumo
- Utilizzo dispositivi medici
- Elenco farmaci utilizzati in terapia pregressa (con posologia e tempi di somministrazione)
- Patologie
- Valutazione riconciliativa
- Elenco farmaci da utilizzare dopo le opportune valutazioni
Qualora la Struttura adotti una scheda separata, i dati dovranno essere poi riportati all’interno del Foglio Unico di Terapia.
Per riassumere, la riconciliazione farmacologica ha come pregio quello di uniformare le informazioni in un’unica scheda a disposizione di ogni professionista sanitario, garantisce coerenza nei percorsi di cura ed infine ottimizza le risorse riducendo lo spreco dei farmaci, diminuendo da un lato il rischio di complicazioni con conseguente aumento dei giorni di permanenza all’interno della struttura e, dall’altro, l’ipotesi di nuove ospedalizzazioni.
Per le specifiche si osserva che sul sito del Ministero sono disponibili le Raccomandazioni di riferimento:
- numero 7 – Raccomandazione per la prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica
- numero 17 – Raccomandazione per la riconciliazione farmacologica
- numero 18 – Raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia conseguenti all’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli
- numero 19 – Raccomandazione per la manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide