I Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA): ruolo, impatti e responsabilità nel contesto sanitario attuale

I Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA): ruolo, impatti e responsabilità nel contesto sanitario attuale

I Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) sono pensati specificamente per alcune categorie di pazienti con patologie croniche e/o complesse, che richiedono prestazioni mirate e interconnesse, come diagnosi, trattamento, controllo/follow-up e riabilitazione. Questi percorsi garantiscono un’assistenza continuativa, coordinando gli interventi clinici lungo un iter che può svilupparsi in contesti e luoghi di cura differenti, dall’ospedale al territorio.

I PDTA sono rivolti in particolare a categorie di pazienti che convivono con patologie croniche e/o complesse, come malattie cardiovascolari, oncologiche, respiratorie o neurologiche. Questi pazienti necessitano di una gestione integrata che comprenda una serie di prestazioni strettamente connesse: diagnosi, trattamento, monitoraggio/follow-up e riabilitazione. L’obiettivo principale è garantire un’assistenza continuativa, assicurando che gli interventi clinici si susseguano in modo coordinato e senza interruzioni. Questo percorso può svilupparsi in contesti di cura differenti, adattandosi alle esigenze specifiche del paziente e includendo sia l’ambiente ospedaliero sia le strutture territoriali, per una gestione efficace e personalizzata della malattia.

Alla luce di quanto premesso, appare chiaro come i PDTA siano strumenti chiave per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure nel sistema sanitario. La loro implementazione garantisce un’assistenza appropriata, riducendo la variabilità clinica e promuovendo un approccio integrato e l’ottimizzazione nell’uso delle risorse. Tuttavia, la loro rilevanza non è limitata agli aspetti organizzativi: i PDTA hanno implicazioni giuridiche significative, in particolare alla luce della Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017) e della più recente giurisprudenza italiana.

Entriamo nel dettaglio: i PDTA standardizzano i percorsi di diagnosi, cura e assistenza per specifiche patologie, definendo in modo puntuale:

  1. Le strategie diagnostiche e terapeutiche basate sulle evidenze scientifiche e relative linee guida,
  2. Le responsabilità dei professionisti sanitari coinvolti,
  3. Gli strumenti di monitoraggio per valutare l’efficacia del percorso.

I PDTA non sono esattamente sinonimo di linee guida, ma sono spesso complementari:

  • Linee guida: Indicano raccomandazioni basate su evidenze scientifiche per trattamenti specifici.
  • PDTA: Sono strumenti organizzativi che integrano le linee guida con percorsi pratici per la gestione dei pazienti in un contesto sanitario specifico.

L’efficacia dei PDTA dipende dalla loro implementazione concreta e dall’aggiornamento continuo per allinearsi alle più recenti evidenze scientifiche e alle linee guida di riferimento. Sfide principali includono:

  1. Adeguamento alla realtà locale: i PDTA devono essere adattati alle risorse e alle esigenze specifiche delle singole strutture,
  2. Monitoraggio dell’applicazione: è necessario un sistema di controllo per verificare il rispetto e l’efficacia dei PDTA.
  3. Formazione continua: i professionisti devono essere adeguatamente formati per utilizzare i PDTA come strumenti di supporto decisionale.

In ambito legale, i PDTA assumono rilevanza soprattutto nel contesto della responsabilità medica disciplinata dalla Legge Gelli-Bianco, che pone grande enfasi sull’adesione alle linee guida validate. Secondo l’art. 5 della legge, il rispetto delle linee guida può costituire una difesa efficace per i professionisti sanitari, purché esse siano applicate correttamente al caso specifico. Inoltre, per la struttura sanitaria, l’adozione e il monitoraggio di PDTA appropriati contribuiscono a limitare la responsabilità contrattuale ex art. 1218 c.c., riducendo il rischio di essere chiamati a rispondere per inadempimenti organizzativi.

pdta

La giurisprudenza recente con le Sentenze n. 22359/2022 e n. 34516/2023 della Cassazione Civile, Sez. III, evidenzia i criteri per accertare la colpa medica, soffermandosi sull’importanza di standard di condotta (come le linee guida o i protocolli) per stabilire la diligenza dovuta dagli operatori sanitari. Anche se non menziona i PDTA in modo specifico, il ragionamento della sentenza può essere esteso all’applicazione di percorsi come i PDTA, che rappresentano uno strumento per uniformare l’approccio diagnostico e terapeutico. La Corte sottolinea, altresì, che l’aderenza a linee guida e protocolli (di cui i PDTA fanno parte) non può mai sostituire il giudizio clinico, che deve adattarsi alle specificità del paziente.

I Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali sono pertanto strumenti indispensabili per garantire sicurezza, qualità e uniformità nelle cure, ma anche per mitigare il rischio clinico e tutelare i diritti del paziente. I PDTA, se adottati e aggiornati correttamente, rappresentano non solo una protezione per i pazienti, ma anche una garanzia per i professionisti e le strutture contro contestazioni di responsabilità.

L’implementazione di un PDTA prevede diverse fasi:

Una volta identificata la patologia o la condizione clinica interessata, il target di popolazione e l’ambito di applicazione, la Struttura sanitaria definisce un gruppo di lavoro multidisciplinare che svilupperà il flusso del processo sulla base della letteratura di riferimento e l’adattamento delle raccomandazioni presenti nelle LLGG di riferimento agli elementi del contesto locale capace di condizionarne l’applicazione.

Nello step successivo viene identificata la modalità di identificazione e presa in carico del paziente, i test diagnostici raccomandati, le opzioni terapeutiche (farmaci, interventi chirurgici, riabilitazione etc), il Follow-Up e il Monitoraggio con eventuale gestione di recidive, complicanze e fasi critiche fino alla dimissione che può comportare anche il trasferimento ad altri livelli di cura.

L’intero flusso presuppone l’allocazione di strumenti e risorse necessarie al percorso, la formazione del personale, la comunicazione sia a livello istituzionale che personale, paziente/caregiver, l’integrazione con altri livelli di cura (cure primarie, specialistiche e ospedaliere), la definizione di indicatori di performance e la valutazione e revisione periodica del percorso nell’ottica del ciclo di Deming e del Risk Based Thinking.

Per saperne di più e approfondire l’argomento, Gruppo ECOSafety vanta un gruppo di consulenti esperti in materia in grado di supportare le strutture sanitarie nella realizzazione e nel monitoraggio di specifici PDTA e nel conseguimento della certificazione che prevede la valutazione oggettiva e la validazione da parte di un organismo di terza parte indipendente con cui le organizzazioni certificate possono dare garanzia di adeguatezza della presa in carico ai propri stakeholders lungo tutto il percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale del paziente.

Compila il seguente form. Un nostro consulente ti ricontatterà: